News

Ultime notizie
IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI MOTOCICLISTI

IL LINGUAGGIO SEGRETO DEI MOTOCICLISTI

C’è un linguaggio che non si trova nei dizionari, né si insegna a scuola. È fatto di gesti rapidi e sguardi fugaci: è il linguaggio dei motociclisti, un codice silenzioso che trasforma ogni viaggio in una conversazione tra sconosciuti.

Non è solo una mano che si abbassa con due dita tese: è un rituale. Un motociclista che incrocia un altro sulla strada non lo ignora mai. Quel gesto, la “V” rovesciata, è un modo per dire “ti vedo, siamo sulla stessa rotta”. Non importa se guidi una custom, una sportiva o una enduro: quel saluto è democratico, universale e profondamente umano. A volte, quando le mani sono occupate, il saluto si fa con il piede. Un piccolo colpo verso l’esterno, quasi impercettibile, ma carico di significato. È come dire: “Rispetto, fratello”.

Il linguaggio dei motociclisti è anche pragmatismo. Serve a proteggere, prevenire, guidare un altro biker. Un braccio che si abbassa indica di rallentare. Un lampeggio di fari può segnalare un pericolo. Un piede che sfiora l’asfalto può voler dire: “Attento, c’è sabbia”. Ogni gesto è un messaggio.

Anche i bisogni più semplici hanno il loro codice. Un pollice verso il serbatoio? Serve carburante. Una mano che mima il gesto di mangiare? È ora di fermarsi. Un dito che ruota in aria? Si cambia direzione. Tutto si muove in armonia, come una danza su due ruote.

Essere motociclista non è solo guidare, è appartenere. È sapere che, ovunque tu vada, troverai qualcuno che parla il tuo stesso linguaggio. Non servono parole, non servono presentazioni. Basta un gesto, un cenno, un saluto. E sei dentro. È una fratellanza che non ha bisogno di firme né di giuramenti. Basta la strada e il cuore che batte al ritmo del motore.